Mantova, in piazza contro il doppio turno a scuola, anche i sindacati chiamano alla
Lunedì la manifestazione di Cgil, Cisl, Uil e Snals: «È mancata la volontà politica di pensare ad altre soluzioni»
MANTOVA. In piazza contro il doppio turno nelle scuole superiori del capoluogo: la chiamata alla protesta è dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Snals, che sposano le ragioni di docenti, personale scolastico, genitori e studenti già mobilitati. L’appuntamento è lunedì in piazza Sordello dalle 10.30 alle 12.30. S’arroventa e inasprisce il dibattito sulla ripresa dell’anno scolastico, a meno di tre settimane della prima campanella. A ravvivare la fiamma dell’esasperazione era stata la decisione del tavolo tecnico coordinato dalla prefettura. Il nodo è sempre nel trasporto scolastico: con il 100% degli studenti ammessi in presenza e l’80% della capienza autorizzata per gli autobus, resta fuori una quota di ragazzi che non si riesce a servire nemmeno ricorrendo ai ditte di noleggio. Quindi, avanti con gli ingressi scaglionati alle 8 e alle 10.
Morale, la memoria recente dei disagi del doppio turno, sovrapposti e intrecciati ai guasti della didattica a distanza, ha innescato la protesta di famiglie e docenti. I timori di un altro anno accidentato si sono tradotti in petizioni e propositi di resistenza, finendo col travolgere anche gli sforzi messi in campo da scuole, Agenzia per il trasporto pubblico locale (Tpl) e gestore del servizio (Apam) per trovare una quadra. Da Apam arriva la conferma di una soluzione che limiterebbe a un solo giorno alla settimana, per ogni singola classe di ciascun istituto, il disagio dell’ingresso alle 10 (leggi pagina a fianco). Ma la battaglia di docenti e famiglie è anche di principio, muove dall’evidenza che a un anno e mezzo dal contagio globale l’orizzonte dei problemi non è mutato.
«Il doppio turno per le sole scuole della città di Mantova, non risolve alcuno dei problemi che tenta di affrontare, ma peggiora decisamente la qualità della didattica – denunciano Salvatore Militello (Cisl), Pasquale Andreozzi (Cgil), Roberta Marzano (Snals) e Felice La Macchia (Uil) – Nelle scuole superiori, infatti, gli ingressi differenziati hanno arrecato disagio alle famiglie, costrette a riorganizzare il timing giornaliero sostenendo inevitabili costi, senza che ciò favorisse l’effettiva ripresa della qualità dell’attività didattica».
Severo il giudizio che i sindacati riservano ad Apam («ha continuato ad asserire l’impossibilità di reperimento di mezzi di trasporto alternativi, malgrado l’esperienza di altre realtà provinciali limitrofe dimostrasse che così non è») e all’Agenzia per Tpl («è possibile che dopo due anni non abbia trovato risorse adeguate per scongiurare un esito che scarica solo sugli studenti e le famiglie il peso delle mancate decisioni che potevano, e dovevano, essere adottate con tempi distesi?»). Sonora la bocciatura del sistema: «È mancata la volontà politica e organizzativa di pensare e adottare soluzioni diverse. È mancato da…
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