Le travi più lunghe al mondo? C’è la mano di un mantovano

L’ingegnere Visentini nella squadra dell’azienda friulana dei record Cimolai. «È la Ferrari della carpenteria metallica pesante. Orgoglioso di essere nel team»

MANTOVA. Figlio d’arte (e di tecnica), Riccardo Visentini, affascinato fin da piccolo dai cantieri extralarge e dai macchinari giganti. Magici come mostri metallici agli occhi di un bambino con la mano allacciata a quella del padre ingegnere. E oggi, che di anni ne ha 29, Riccardo festeggia un record: la realizzazione delle travi d’acciaio più lunghe al mondo con l’azienda friulana Cimolai. Non una società qualunque: «È la Ferrari della carpenteria metallica pesante» rivendica Visentini, ingegnere civile, uscito dal Politecnico cinque anni fa e subito avviato per la sua strada. Il primo impiego alla Lmv, nello stabilimento di Roverbella, quindi il salto in corsa sulla Ferrari-Cimolai. Seguendo la scia di un ex collega.

All’inizio Riccardo si occupa del settore oil & gas, lavora tra Fiume e Monfalcone, progetta moduli per raffinerie, poi viene aggregato al progetto Jls (l’acronimo sta per Jacket lift system). Lunghe 175 metri e del peso di 6.500 tonnellate ciascuna, le travi basculanti sono per Allseas, tra le maggiori compagnie internazionali nel campo offshore: installate sulla Pioneering Spirit, serviranno a posare e rimuovere il traliccio che àncora le piattaforme petrolifere al fondale marino. Che, detta così, può suonare un’operazione semplice, ma a monte ci sono calcoli e procedimenti rigorosissimi. Test su test, momenti di esaltazione seguiti da attimi di sconforto, in un’altalena emotiva.

«Se sono soddisfatto? Tanto – risponde Visentini – è stato molto impegnativo, negli ultimi mesi ho lavorato ininterrottamente e adesso posso dirmi orgoglioso di aver preso parte a un progetto del genere. Con i colleghi ci siamo sostenuti nei momenti più difficili, proprio come una famiglia». Una famiglia giovane, a giudicare dall’età media degli ingegneri coinvolti nel progetto.

Ora che le travi sono state “impacchettate” e inviate a Rotterdam, Riccardo può tirare il fiato. Ma con la testa è già al prossimo incarico. Magari pure al prossimo progetto speciale, ad allungare l’elenco di quelli già realizzati da Cimolai. Come le paratoie per il nuovo canale di Panama e la struttura a nido d’ape di Vessel, attrazione turistica di Hudson Yards, Manhattan. Oppure la stazione della metropolitana Oculus di Calatrava a Ground Zero, New York. O, ancora, la realizzazione del telescopio più grande del pianeta, ELT (Extremely Large Telescope), con uno specchio primario dal diametro di 39 metri, che sarà collocato sull’Ande cilene.

Ingegnere sentimentale, Riccardo Visentini, che così esprime la sua passione: «Mi è sempre piaciuto studiare i meccanismi di grande strutture complesse che prendono vita». Come i mostri meccanici della sua infanzia. —