Laura Ziliani: interrogatorio per le figlie e Mirto Milani sull’omicidio
Si avvicina il primo interrogatorio dopo l’arresto per Silvia e Paola Zani, le sorelle accusate dell’omicidio della madre Laura Ziliani. Domani, martedì 28, è previsto nel carcere bresciano di Verziano l’interrogatorio di garanzia delle due ragazze mentre nell’altro carcere cittadino, quello di Mombello, a confrontarsi col gip Alessandra Sabatucci sarà Mirto Milani, il 27enne fidanzato della maggiore delle due sorelle – ma che avrebbe una relazione anche con l’altra – accusato con loro del delitto.
Che siano stati loro tre a sopprimere la 56enne ex vigilessa sembra certo, per gli inquirenti: troppe le contraddizioni, i tentativi di depistaggio, le informazioni false fornite agli investigatori. E pochi dubbi anche sul movente: “”Gli accertamenti patrimoniali – scrive la gip nell’ordinanza di arresto – disvelavano l’esistenza di precisi interessi di natura economica in capo ai protagonisti della vicenda” e ancora: “il contenuto delle captazioni offre elementi di riscontro all’ipotesi accusatoria: risulta infatti accertato in capo a tutti e tre gli indagati, un chiaro interesse a sotituirsi a Ziliani Laura nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare”. Restano però ancora diverse cose da chiarire: come è avvenuto l’omicidio e dove sia rimasto il corpo della vittima dall’8 maggio, data ipotizzata del delitto, all’8 agosto, data del ritrovamento. E ancora, se vi siano stati altri complici, almeno nell’opera di occultamento del cadavere.
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Per quanto riguarda l’esecuzione del delitto, al quesito potrebbe rispondere presto l’esito dell’autopsia. Di certo, a quanto appurato fino ad ora, la morte non è stata causata dal tranquillante somministrato alla vittima, che sarebbe solo servito a stordirla e a “comprometterne le capacità di difesa”. “Gli accertamenti – scriveva il medico legale nella prima relazione – non hanno posto in evdenza l’intervento di lesività esogene di natura meccanica nel determinismo del decesso; parimenti non sono emerse alterazioni di ordine naturale che possano giustificare il decesso”. Nessuna morte naturale dunque ma neppure uno strangolamento, l’uso di un arma. L’ipotesi è che la donna, addormentata delle benzodazepine, che non aveva mai usato in precedenza, posso essere stata soffocata, magari con un cuscino.
Quello di cui sono sicuri gli investigatori invece è che l’omicidio sia stato consumato nella…
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