Green pass, a Trieste manifestazione pacifica davanti al varco 4 del porto
I portuali avevano promesso che qualunque operatore volesse entrare nello scalo marittimo avrebbe potuto farlo senza blocchi o picchettaggi, e sono stati di parola.
È una manifestazione pacifica quella in corso di svolgimento davanti al varco 4 del porto di Trieste, collettore per le operazioni di imbarco-sbarco dei container e punto strategico per chiunque abbia l’obiettivo di paralizzare l’attività dello scalo. La conferma arriva dalla presenza, assai diradata, dalle forze dell’ordine.
Più impegnata la Polizia municipale, a cui, con l’assistenza dell’Anas nel corso della mattinata del 15 ottobre è spettato il compito di deviare il traffico di mezzi pesanti dalla rampa di accesso al varco 4 per indirizzarli verso un’altra entrata meno presidiata: un’operazione volta e evitare pericolose gimkane dei camion in un piazzale affollato.
La posizione dei portuali
“Il 14 ottobre in assemblea ci siamo confrontati – sottolinea Stefano Puzzer, portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste -. Oggi, 15 ottobre, siamo tutti in sciopero, così ci siamo detti, garantendo la libertà a chi vuole lavorare. Siamo qui fino a quando il governo non ci darà risposte”. La sua sigla sindacale raccoglie oltre 400 dei circa 950 “camalli” dello scalo giuliano e ha minacciato uno sciopero a oltranza per bloccare un’infrastruttura strategica anche per il traffico merci diretti nel Centro Europa.
A metà mattinata, l’iniziativa raccoglie un parziale successo. Sono circa un centinaio, infatti, i lavoratori entrati senza problemi nello scalo al varco 4, ma non più di un paio di migliaia gli aderenti a una manifestazione ritenuta illegittima dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e, quindi, a rischio denuncia: “Chi sciopera commette un reato”, aveva ammonito ieri il prefetto di Trieste Valerio Valenti.
I partecipanti alla protesta
Nelle dichiarazioni del 14 ottobre si parlava di 50mila persone potenzialmente in piazza, provenienti anche da altre parti d’Italia, ma ora come ora i numeri sembrano ridimensionare il perimetro della protesta.
Centro pieno, invece, a livello di immagine: il massiccio presidio garantito dai media sta offrendo all’evento l’attesa risonanza. Sarà da valutare a fine giornata, invece, l’impatto della protesta sull’attività del porto. A metà mattinata se la movimentazione dei container, in assenza di navi, era ferma, non appariva invece paralizzato il traffico ro-ro, con i tir incolonnati in attesa di imbarcarsi per la Turchia all’ingresso dell’altro grande varco di riva Traiana, poco o nulla presidiato dai lavoratori portuali in protesta.
Nella contabilità finale, tuttavia, andrà messo in conto che il tam tam mediatico scatenatosi nei giorni scorsi aveva già fatto prendere altre rotte a importanti compagnie straniere: un danno la cui portata andrò valutata nel medio termine.
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